mercoledì 12 ottobre 2016

Simone Weil: potere, oppressione e libertà

"[...] il male essenziale dell'umanità, la sostituzione dei mezzi ai fini. A volte appare in primo piano la guerra, a volte la ricerca della ricchezza, a volte la produzione; ma il male resta il medesimo. I moralisti volgari si lamentano del fatto che l'uomo sia guidato dal suo interesse personale; volesse il cielo che così fosse! L'interesse è un principio d'azione egoista, ma delimitato, ragionevole, che non può generare mali illimitati. Al contrario la legge di tutte le attività che dominano l'esistenza sociale, fatta eccezione per le società primitive, è che ciascuno sacrifichi la vita umana, in sé e negli altri, per cose che costituiscono solo dei mezzi per vivere meglio. Questo sacrificio riveste forme diverse, ma tutto si riassume nella questione del potere. Il potere, per definizione, non costituisce che un mezzo; o, per meglio dire, detenere un potere significa semplicemente possedere dei mezzi di azione che oltrepassano la forza così ristretta di cui un individuo dispone per se stesso. Ma la ricerca del potere, per il fatto stesso che è essenzialmente impotente a raggiungere il proprio oggetto, esclude ogni considerazione di fine, e giunge, per un rovesciamento inevitabile, a prendere il posto di tutti i fini. È questo rovesciamento del rapporto tra il mezzo e il fine, è questa follia fondamentale che rende conto di tutto ciò che vi è d'insensato e di sanguinoso nel corso della storia. La storia dell'umanità viene a coincidere con la storia dell'asservimento che fa degli uomini, oppressi e oppressori, il puro zimbello degli strumenti di dominio che essi stessi hanno fabbricato, e riduce così l'umanità vivente a essere cosa fra le cose inerti."

Simone Weil - Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale

(In foto: Simone Weil)

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