giovedì 8 dicembre 2016

Sulla lettura

"Della lettura si percepisce in genere questo: che tende a farsi sempre più veloce e strumentale, come se tenesse con noi un rapporto estrinseco e di mero utilizzo. Perfino i libri, che di per sé chiedono un attimo di pausa, un momento di riflessione e di dedizione, resistono nella forma del manuale. Strumento indispensabile per le necessità della vita, la lettura si allea immediatamente con un'antica e comoda rassicurazione: il mondo è già in ordine, ed è sufficiente una guida turistica. A dispetto di questa evidenza quotidiana che la relega nel regno della strumentalità, nell'esperienza della lettura si trova anche qualcosa di più profondo. La lettura non si lascia infatti esaurire in un rapporto estrinseco e strumentale, perché con l'umano intrattiene piuttosto un rapporto «ontologico»: la lettura è una «modalità del nostro essere» che, ben lungi dal farsi complice con la fine di ogni interrogativo, sospende proprio, e mette perfino in discussione, ciò che è così come è. L'esperienza della lettura solleva in alto, allontana da sé e dal proprio essere centrati su se stessi, fa incontrare dell'altro. La lettura rapisce. Anche se questo vale soprattutto per la grande letteratura, è già sufficiente per dire che nell'esperienza autentica della lettura succede un inspiegabile distrarsi da sé, che è poi l'apparizione di altri pensieri e di altre voci rispetto alle proprie. La lettura chiama fuori, distrae. La lettura fa dimenticare, ma questa dimenticanza non è un perdere qualcosa: è, casomai, un ritrovare che inaugura l'ingresso del mondo degli altri nel mio mondo. La lettura sconvolge dalle fondamenta la presunzione di un mondo unico."

Franco Riva - Saggio introduttivo a "Etica e infinito. Dialoghi con Philippe Nemo" di Emmanuel Lévinas


(In foto: Edward Hopper - Compartment C, Car 293 (Scompartimento C, Carrozza 293), 1938, Olio su tela, 50,8X45,7cm - Collection IBM Corporation - Armonk, New York, USA)

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